Caorle
Caorle è una delle spiagge più affascinanti d’Italia, situata tra Trieste e Venezia, dove mare e cultura si incontrano. Il suo litorale di 18 km è fatto di sabbia dorata e la città vive di turismo e pesca, come si nota dalle barche lungo il porto-canale e dagli hotel sul mare.
Il centro storico è un gioiello da esplorare: calli e campielli colorati dalle case dei pescatori, il Duomo, e la chiesetta della Madonna di Pompei. Passeggiando lungo il rio Terrà delle Botteghe, pieno di locali e negozi, si arriva in piazza piazza Vescovado, cuore del borgo con il duomo e il campanile. Non perdete gli affreschi dell’oratorio di San Rocco, ora parte di un percorso archeologico.
Verso il mare, la scalinata che conduce alla diga foranea regala una vista unica. Un tempo qui sorgeva uno "squero" veneziano, oggi sostituito da ristoranti dove gustare le eccellenze enogastronomiche locali.
Le origini di Caorle sono riconducibili all'epoca romana quando l'attuale porto di Falconera "Portus Reatinium" era punto di riferimento per i marinai delle navi che risalivano il corso del fiume Lemene verso le città romane di Julia Concordia e Opitergium.
Ma già da molto prima in questo territorio erano presenti degli insediamenti umani: lo testimonia la scoperta di un villaggio preistorico risalente all'età del bronzo (almeno 1500 anni prima di Cristo) nelle campagne di San Gaetano.
Con la caduta dell'Impero Romano, Caorle diventa una delle città più importanti del litorale, tanto da contribuire in modo decisivo alla fondazione di Venezia quando le genti delle remote isole delle lagune vi si rifugiarono per scampare alla devastazione delle orde barbariche che misero a ferro e fuoco Aquileia, Concordia, Oderzo, Altino e Padova.
Caorle ospitò i profughi Concordiesi e fu eretta sede vescovile; nell'anno 876 la cattedra era retta dal vescovo Leone e nel Mille si completa l'edificazione delle sue chiese.
Nei secoli successivi la città cresce e diventa "ricca de zente e de possenza", fornisce navi e marinai alla flotta veneziana.
La storia di Caorle segue un'evoluzione parallela a Venezia, con la quale è legata da stretti rapporti commerciali e sociali. Sono secoli di eventi importanti, momenti di impulsi economici molto sostenuti si alternano a vicente luttuose e spesso drammatiche. Una fra tutte è la guerra tra Genova e Venezia combattuta tra il 1378 e il 1381 in cui è coinvolta anche Caorle che ne esce vinta. Dal 1797 Caorle, come la vicina Venezia, cade sotto il dominio di Napoleone e successivamente degli Asburgo. Dopo il dominio asburgico nell'800 e dopo le due guerre mondiali, negli anni '50 ricomincia un'altra rinascita, legata all'economia turistica che in pochi decenni, grazie all'indole ospitale e cordiale insita nel carattere dei "caorlotti" ha portato benessere e sviluppo a tutto il litorale.
Triora
Triora, dal latino Tria ora, ovvero tre bocche. Tre come le teste del cerbero, mitico guardiano infernale, raffigurato sullo stemma comunale, riprodotto anche al centro della piazza centrale. Tre come i principali prodotti del luogo: il grano (il borgo era noto come granaio della Repubblica di Genova), la vite, che cresceva ad altezze incredibili, e la castagna, che ha alimentato intere generazioni, meritando pienamente la nomea di pane dei poveri.
Situata su uno sperone di monte dominante la valle Argentina, Triora ebbe sempre un’importanza strategica per la sua vicinanza ai confini, prima podesteria della Repubblica di Genova, poi uno degli estremi baluardi della nazione italiana. Originariamente basata sull’agricoltura (grano, vite e castagne soprattutto) sull’allevamento del bestiame, l’economia si è con il passar degli anni trasformata a causa dello spopolamento della montagna.
Si sono valorizzate antiche tradizioni, prima fra tutte il fenomeno della stregoneria, che ha avuto come tragico teatro l’intero territorio triorese, culminando con la condanna a morte di ben cinque donne. E’ stato creato un museo che, oltre gli oggetti quotidiani, raccoglie le testimonianze di questa tragedia; pochi anni fa, in seguito alla ristrutturazione del palazzo Stella, dove trovò la morte il beato Tommaso Reggio, è stato aperto un nuovo museo, il M.E.S. interamente dedicato alla stregoneria. Le fattucchiere hanno dato un benefico scossone alle attività commerciali, facendo conoscere ai visitatori i numerosi monumenti, fra cui basti citare la Collegiata, con tele tardotrecentesche, una delle quali firmata dal senese Taddeo di Bartolo nel 1397; l’oratorio di san Giovanni Battista, ricco di un ligneo altare dorato e di preziose tele; la chiesa foranea di san Bernardino, con intriganti affreschi quattrocenteschi; i resti della chiesa di santa Caterina d’Alessandria, con uno straordinario portale in caratteri gotici del 1390; e poi avanzi del castello, palazzi, strettoie, aie, selciati, immersi in un’atmosfera d’antan.
Dall’alto del camposanto, una delle cinque fortezze, si scorgono in lontananza le case di Loreto e, sullo sfondo, un imponente ponte a strapiombo sull’Argentina, costruito per allacciare al capoluogo la frazione Cetta, gruppi di case a pietra secco dove il tempo pare essersi fermato. Volgendo lo sguardo dalla parte opposta, ecco apparire alcuni casolari della borgata pastorale di Goina, dove scorrono dolcemente le acque del Capriolo. Meritano una visita anche le frazioni di Creppo, raccomandando di salire fin sulla piazza della chiesa, da dove si ammira un panorama di incredibile bellezza. Quattro chilometri più avanti, sotto il monte Saccarello ed il vicino monumento al Redentore, è Verdeggia, secentesca borgata pastorale. Di fronte appare, incredibilmente appollaiata su di una roccia, Realdo, unica frazione brigasca ad essere passata sotto il Comune di Triora in seguito al trattato di pace del 1948. (Sandro Oddo)